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«L’ostilità della sinistra è per me come la stella polare, la conferma che sono sulla strada giusta»: nella sua autobiografia, Giorgia Meloni spiega perché è di destra

«L’ostilità della sinistra è per me come la stella polare, la conferma che sono sulla strada giusta»: nella sua autobiografia, Giorgia Meloni spiega perché è di destra
“Non mi piace la sinistra, e non lo nascondo”: Giorgia Meloni.

Massimo Valicchia / Imago

Giorgia Meloni ama dire quello che pensa. Soprattutto quando si tratta di politica, e quando il Primo Ministro italiano discute le differenze fondamentali tra destra e sinistra nella sua autobiografia "Io sono Giorgia", pubblicata in tedesco oggi, venerdì, va dritto al punto. Dopotutto, è in gioco il cuore della sua identità.

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"Alla sinistra non piace la destra, questo è abbastanza ovvio", così inizia il suo credo politico, che si può leggere in anteprima sul quotidiano "Welt" , e continua: "Tra l'altro, nemmeno a me piace la sinistra, e non lo nascondo". Meloni spiega subito anche il motivo della sua antipatia, di cui in realtà non ha mai dato motivo di dubitare.

L'avversione di Meloni per la sinistra è dovuta non da ultimo al fatto che la sinistra cerca costantemente di spiegare alla destra cosa significhi "destra". Giornalisti, politici e "intellettuali più o meno rispettati" dedicano molto tempo a questo, dice Meloni. Ma così facendo, in definitiva, non fanno altro che sottolineare come credono che la destra dovrebbe essere: non com'è, ma come la sinistra vorrebbe che fosse.

Non volendo compiacere

La sinistra rivendica così la superiorità morale di Meloni, una rivendicazione per la quale, tuttavia, non è riuscita a fornire alcuna prova. D'altra parte, con questa tattica la sinistra persegue un calcolo politico. Vuole una destra che non riceva più voti: "Se alla destra piace la sinistra, allora, ovviamente, non le piacciono più quelli di destra".

Ciò significa che la destra deve attenersi ai propri principi: "Se la sinistra ti accarezza i capelli e si congratula con te per le tue posizioni presentabili, significa che hai sbagliato qualcosa". Meloni vede quindi una sola strategia: la destra non deve cercare di compiacere la sinistra. Nelle parole chiare del Presidente del Consiglio: "Per me, la loro ostilità è come la Stella Polare, a conferma che siamo sulla strada giusta".

La strada che la destra deve seguire è diretta contro tutto ciò che la sinistra rappresenta, secondo Meloni: una politica che persegue utopie e vuole vedere nel mondo solo ciò che corrisponde alle proprie convinzioni. "Il pensiero di sinistra, ieri e oggi, è un'ideologia in nome della quale si è disposti a giustificare qualsiasi forma di oppressione e violenza", scrive. Da questo "incitamento ideologico", Meloni traccia un filo diretto con il fondamentalismo religioso. E finisce con l'Islam. Ovvero, con il fanatismo islamista.

Un mondo senza differenze

Per chi crede di compiere una nobile missione e di obbedire alla volontà di Allah, è giusto allontanare tutti coloro che gli impediscono di portare a termine il proprio compito, scrive Meloni: "Questo è ciò che fanno i terroristi quando sparano a persone indifese, ed è ciò che fa la dittatura del sistema univoco quando nega ai suoi oppositori politici i diritti civili fondamentali e il diritto alla libertà di espressione".

I parallelismi ora sono un po' troppo stretti. La distanza tra la lotta della sinistra woke e il terrorismo è molto lunga. E il fatto che la sinistra abbia qualcosa in comune con i fanatici islamisti, ovvero che entrambi vogliono "un mondo senza confini e differenze", come scrive Meloni, merita di essere discusso. Le cose tornano più chiare quando Meloni spiega quello che considera il nucleo della politica di destra.

"La destra mette l'essere umano al centro", scrive. La sinistra italiana, invece, segue un'"antropologia misteriosa e disumanizzante". Non dice esattamente cosa intenda con questo. Questo rende ancora più chiaro cosa significhi mettere l'essere umano al centro: comprenderlo come un essere organicamente inserito nelle tre sfere della famiglia, della nazione e della cultura occidentale. Essenziale, dice, è il principio di libertà.

Il credo di Meloni sembra copiato da un manuale di liberalismo politico. Autoresponsabilità, senso di comunità e scetticismo nei confronti dello Stato sono le parole chiave che cita come principi della sua politica. È probabilmente da qui che nasce l'avversione di Meloni per "un mondo senza differenze". L'identità italiana, scrive, è incarnata nelle migliaia di campanili sparsi in tutto il Paese, i cui rintocchi si fondono a formare un'unica unità: "Per me, 'io sono' significa appartenere a tutte queste cose contemporaneamente".

Giorgia Meloni: Sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee. Europa-Verlag, Monaco 2025. 384 pp., p. 41,90.

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