"Hello Asylum" di Judith Davis: una gita scolastica vivace
%3Aquality(70)%3Afocal(1095x605%3A1105x615)%2Fcloudfront-eu-central-1.images.arcpublishing.com%2Fliberation%2FY25P2JCCMZE65DXEKAT7RVINMU.jpg&w=1280&q=100)
Ma che gioia ritrovarli! Sì, sono loro: lo stesso umorismo da mitragliatrice, la stessa indignazione nel profondo del corpo, la stessa genialità nell'estrarre dal biotopo contemporaneo quelle irritazioni linguistiche, quelle ingiunzioni contraddittorie e quella cecità dei vincitori che rendono la società ogni giorno un po' più malata. Così la prima mezz'ora di Bonjour l'asile, secondo lungometraggio di Judith Davis (dopo Tout ce qu'il me reste de la révolution , del 2019) con il collettivo teatrale l'Avantage du doute , è un fuoco d'artificio ascendente, sostenuto in particolare da una colonna sonora parossistica che passa dai rumori assordanti della città a quelli di una casa situata in campagna, ma piena di bambini e del loro arsenale di urla e giocattoli rumorosi, per colpire tutto ciò che c'è disfunzionale nella vita di Jeanne (Judith Davis) ed Elisa (Claire Dumas), due amiche che si incontrano per lavoro ma che hanno perso la loro comune lunghezza d'onda.
Esilarante, la riunione mette in luce tutto ciò che Elisa, un tempo fumettista, ha sacrificato della sua vita creativa e
Libération