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"Queer" di Luca Guadagnino, discesa degli orgasmi

"Queer" di Luca Guadagnino, discesa degli orgasmi
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Il regista italiano pasticcia il suo adattamento del viaggio autobiografico con l'ayahuasca di William S. Burroughs, trasformando l'ispirazione clinica dell'autore in immagini glamour.
Daniel Craig, meh. (Yannis Drakoulidis /Pan Distribution)

Queer è l'adattamento hollywoodiano, a cura dell'italiano Luca Guadagnino, del manoscritto autobiografico Queer di William S. Burroughs del 1952 (seguito diretto del suo primo libro Junky, una storia con un'eroina), pubblicato dal suo autore solo nel 1985. Racconta la storia dell'incontro, in un Messico disincarnato, del suo alter ego Lee (interpretato dall'ex Bond Daniel Craig : un'idea) con Eugene Allerton (trasposto da un certo Lewis Marker, interpretato da Drew Starkey), un ragazzo più giovane, più o meno etero, che lui desidera senza molto in cambio, e del loro viaggio in Sud America alla ricerca dello yage, altro nome dell'ayahuasca , a cui il racconto attribuisce poteri telepatici.

Arrendersi al film dimenticando il libro? Avremo difficoltà. La stranezza di Queer the Novel era del tutto clinica e negativa, una canzone – sotto forma di resoconto – di disgusto per se stessi, insettoide e amebico. Ma sappiamo che Guadagnino sa fare bene solo una cosa: rendere glamour, rendere sessuale, questa è la sua operazione. Cerca la seduzione e vuole il risultato. Il soggetto di Burroughs, la mancanza (di droga, sesso, amore, significato) non riguarda realmente il regista, un uomo di pienezza, di scarico - ricordiamo la pesca di

Libération

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