Esplorazioni fra palazzi liberty e nuove insegne

Cucchi

In piazza Cantore osservo l’ampio spazio dedicato a una bancarella di fiori e mi immetto in corso Cristoforo Colombo. Piano piano mi guardo attorno e, oltrepassato il gigante Coin, arrivo sull’angolo di via Barbavara, dove un tempo aveva abitato il nostro compianto poeta Giancarlo Majorino, che lì andavo a trovare. Vedo scorrere il tram numero 9, passo davanti a ristoranti e affini e noto di fronte le insegne colorate del bar "Jolly" con tanto di "Sala Biliardo". Mi ci vorrei avventurare come semplice spettatore, perché non ho mai imparato a giocare, ahimè… Arrivo intanto al civico 10, dov’è la Casa Cirla, che a inizio Novecento fu commissionata, dall’imprenditore che ne porta il nome, all’architetto milanese Giuseppe Sommaruga (1867-1917).

Un discreto esempio di stile liberty, in un palazzo nato per ospitare l’azienda del committente. Proseguo e mi appare, ancora sul lato opposto, l’insegna dell’hotel Minerva. Sono ormai arrivato al piazzale della stazione di Porta Genova, che sarà presto chiusa ai treni, cioè già il mese prossimo, per lavori di rifacimento e riqualificazione. Entro per dare un’occhiata e trovo un treno normalmente in partenza. Mi viene quasi voglia di salire…Ma sarebbe, il mio, solo un assurdo capriccio. Allora torno sulla piazza e mi trovo davanti alle luci della "Telefonia cinese". Faccio due passi in via Vigevano, arrivo fino all’angolo della strettissima via Sartirana, di cui vedo i muri imbrattati dai soliti incivili scarabocchi e torno allora indietro, di nuovo in corso Cristoforo Colombo. La zona ha un che di autentico milanese antico, però assai mescolato a parlate arabe, e poi credo cinesi e giapponesi. Guardo le vetrine di un simpatico Ferramenta, e poco oltre quelle di un ampio negozio di articoli vari per la casa (e altro), dove mi accingo a entrare per una innocente esplorazione. A questo punto decido di concludere la mia passeggiata, fermandomi a un bar di gentilissimi cinesi per una piacevole merenda a poco prezzo.