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La riscoperta di Albert Camus, attuale più che mai in questo tempo incerto

La riscoperta di Albert Camus, attuale più che mai in questo tempo incerto

Foto LaPresse

il libro

Con Actuelles IV, Gallimard prosegue la raccolta degli scritti politici del Premio Nobel franco-algerino. Un ritratto lucido e appassionato di un intellettuale che ha fatto della giustizia il cuore della sua etica esistenziale

I libri su Albert Camus continuano a proliferare in Francia: raccolte di articoli, saggi sulle tematiche più svariate, carteggi letterari e documenti inediti rinvigoriscono sempre più la figura dello scrittore franco-algerino, talvolta declassata da certi critici per le sue prese di posizione ambigue sulla decolonizzazione algerina.

Il nuovo volume Actuelles IV, pubblicato recentemente per le edizioni Gallimard, casa editrice che continua l’opera di catalogazione degli scritti politici di Camus già iniziata con i volumi I, II e III, raccoglie alcuni testi inediti e ripercorre l’opera intellettuale e impegnata del Premio Nobel per la Letteratura 1957, proponendo una specie di pot pourri dei suoi interventi più famosi.

Per mezzo della catalogazione di Catherine Camus e di alcuni addetti del “fondo Camus” situato presso la biblioteca Méjanes di Aix-en-Provence, il volume restituisce un percorso organico di prese di posizione e di carteggi con varie personalità europee, tra cui svettano ad esempio Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, con i quali Camus condivideva la stessa idea di Europa in opposizione ai totalitarismi del Novecento. Dal sottotitolo – Face au tragique de l’histoire – si comprende inoltre la volontà dello scrittore franco-algerino di combattere attraverso la ricerca della verità le ipocrisie del suo tempo, tentando un percorso intellettuale che sfocerà da ultimo nell’Homme révolté, una vera e propria filosofia della storia che conterrà il perno fondamentale dell’occidente: la rivolta tramite il cosiddetto “pensiero meridiano”. Infatti Camus è uno scrittore che lascia trapelare una fervente passione per il destino dell’uomo e della civiltà che lo attornia, spesso però lasciandosi andare a qualche moralismo di troppo e a una retorica linguistica oscura. Il suo amico René Char non ebbe remora a definirne l’opera come una specie di “entelechia”, termine abbondantemente utilizzato da Aristotele per designare il passaggio dalla potenza all’atto, il movimento di realizzazione di una cosa, il suo essere-in-divenire. In Camus l’entelechia fa parte della sua etica di giustizia, che deve compiersi all’interno della scoperta della propria persona in una postura che si potrebbe bene definire come “esistenziale”, di pieno coinvolgimento del proprio sé. Per lui, al contrario di Sartre, essenza ed esistenza tessono un legame inscindibile, impossibile da scalfire. Non aderendo a nessun sistema di pensiero, potremmo definire Camus un pensatore “esistenziale”, e non “esistenzialista”, etichetta da cui era solito prendere il largo in alcuni suoi scritti (si veda, a titolo di esempio, la lettera a “Mlle Barnes sur l’existentialisme” del 14 ottobre 1959). E anche in questi “elzeviri” politici, raccolti in Actuelles IV, la difesa della persona come principio di base per la piena realizzazione della collettività è alla base della testimonianza critica di Albert Camus, scrittore “attuale” del nostro tempo incerto.

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