Guillermo del Toro inaugurerà il GLAFF 2025 a Los Angeles con Frankenstein.

Il Guadalajara Film Festival (GLAFF) celebrerà il suo 15° anniversario con un'edizione che promette equilibrio tra tradizione e innovazione. Nel 2025, il festival cinematografico si aprirà con l'attesissima première di Frankenstein , il nuovo film del regista messicano Guillermo del Toro, e si chiuderà con il documentario musicale Move Ya Body: The Birth of House, diretto da Elegance Bratton.
GLAFF, presentato dalla University of Guadalajara Foundation USA, dal Guadalajara International Film Festival, da Grodman Legacy e dall'Università di Guadalajara, si svolgerà dal 6 all'8 novembre in varie sedi di Los Angeles. Con il tema della "quinceañera", questa edizione commemorativa riafferma il suo ruolo di ponte tra culture, evidenziando narrazioni diverse e celebrando il talento di voci che ampliano i confini del cinema.
Consigliamo: "Mariachazo" farà la storia alla Guadalajara Arena, riunendo due grandi mariachi di Jalisco."Quindici anni fa, il GLAFF si è proposto di costruire un ponte attraverso il cinema tra due culture che condividono radici, valori e, soprattutto, storie", ha affermato Ximena Urrutia, direttrice del festival. " Mentre celebriamo la nostra Quinceañera, riflettiamo sui legami che abbiamo costruito, che ci ricordano l'importanza di unirci come comunità, qualcosa di cui abbiamo bisogno ora più che mai".
Sarà Guillermo del Toro ad aprire questa edizione, presentando il 6 novembre la sua reinterpretazione gotica di Frankenstein, l'iconico romanzo di Mary Shelley. La serata di apertura avrà luogo nello storico United Theater nel cuore di Los Angeles, un giorno prima della première mondiale su Netflix.
Il film, con Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz, promette un'interpretazione più emotiva e filosofica del mito della creatura, seguendo lo stile visivo che ha contraddistinto il regista messicano in titoli come Il labirinto del fauno e La forma dell'acqua, per il quale ha vinto l'Oscar come miglior film e miglior regista nel 2017.
La scelta di Frankenstein come film d'apertura riflette anche l'interesse del festival nell'aprire un dialogo tra il fantastico e l'umano, tra l'orrore e l'empatia, tra la mostruosità e la possibilità di redenzione. Del Toro, che ha sempre sostenuto il fantasy come linguaggio poetico del trauma, torna con questa storia universale sulla solitudine, la creazione e la ricerca dell'identità, una metafora che si sposa con lo spirito di GLAFF: costruire ponti tra i mondi.
L'8 novembre, il festival si concluderà con la proiezione del documentario Move Ya Body: The Birth of House, che racconta l'ascesa del movimento house music dai club underground del South Side di Chicago fino al suo consolidamento globale. Diretto da Elegance Bratton, noto per il suo lavoro in The Inspection (2022), e prodotto esecutivamente dal premio Oscar ed Emmy Roger Ross Williams, il film combina archivi storici, testimonianze e musica per esplorare come gli spazi dedicati alla danza siano diventati oasi di libertà per le comunità emarginate.
Lo spettacolo di chiusura avrà luogo al Linwood Dunn Theater di Los Angeles. Secondo gli organizzatori, la selezione di questo documentario riafferma l'impegno del festival nella rappresentazione delle minoranze e nella visibilità delle espressioni culturali trasformative.
Move Ya Body: The Birth of House traccia una genealogia di resistenza e celebrazione: quella di una cultura nata dal dolore e trasformata in ritmo, identità e comunità. La sua inclusione come film di chiusura rispecchia l'intenzione di GLAFF di concludere con energia, un messaggio di speranza e connessione attraverso l'arte.
Leggi anche: Film horror da non perdere questo ottobre su HBO MaxGLAFF 2025 celebra la sua "quinceañera" con un programma che si distingue per la sua diversità e inclusività. Quest'anno, il 55 percento dei progetti è diretto da donne, mentre la selezione ufficiale riunisce registe provenienti dalle comunità latinoamericane, latinx, afrodiscendenti, asiatico-americane, indigene, queer, filippine e arabe.
La curatela include anteprime internazionali, nazionali e regionali che dimostrano come le nuove generazioni di registi stiano ridefinendo il panorama audiovisivo da prospettive intersezionali. Secondo gli organizzatori, questo mix di voci mira a rompere gli stereotipi e a generare dialogo tra pubblici di diverse latitudini.
Urrutia sottolinea che l'obiettivo del festival, fin dalla sua fondazione, è stato quello di abbattere i confini che separano Messico e Stati Uniti, rafforzando al contempo la loro identità culturale condivisa. "Riflettiamo sui legami che abbiamo costruito", ha insistito, "che ci ricordano l'importanza di unirci come comunità".
Cinema, dialogo e apprendimentoOltre agli spettacoli, il GLAFF offrirà un programma parallelo di attività accademiche e di networking. Ci saranno anteprime sul red carpet, panel con registi, masterclass ed eventi comunitari pensati per promuovere il dialogo interculturale tra il settore, gli artisti e il pubblico.
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