Cultural Workers' Union: Qualsiasi contratto collettivo che usurpi i diritti di coloro che vivono del proprio lavoro non è legittimo.

Fonte: News Center
Il sindacato dei lavoratori culturali ha reagito agli aumenti salariali concessi ai dipendenti pubblici. I lavoratori culturali hanno descritto il processo arbitrale come una decisione che "aggrava la povertà". Il sindacato ha sottolineato che le decisioni "aumentano il bilancio del Palazzo, riducendo al contempo il pane sulla tavola dei lavoratori della cultura e dell'arte".
Secondo la decisione del Collegio Arbitrale, i dipendenti pubblici riceveranno un aumento dell'11% nel primo mandato del 2026, del 7% nel secondo mandato e del 5% e del 4% nel 2027. Inoltre, nel primo mandato del 2026 saranno aggiunte ulteriori 1.000 lire turche allo stipendio base. Tuttavia, il sindacato ha affermato che queste percentuali sono ben al di sotto sia del tasso di inflazione ufficiale del TÜİK (Istituto di Statistica Turco) del 44,38%, sia del calcolo dell'ENAG dell'83,40%, il che indica una significativa perdita di potere d'acquisto.
Normative "solo per spettacoli" nel settore artistico e culturaleLa dichiarazione del sindacato ha ritenuto "insufficiente" l'aumento massimo dello stipendio per gli artisti a contratto, pari a sole 1.463 lire turche. Ha inoltre osservato che i pagamenti aggiuntivi di 234 lire turche e 293 lire turche per macchinisti e direttori di coro si stanno rapidamente erodendo a causa dell'inflazione. L'aumento dei limiti per gli straordinari per i dipendenti di biblioteche e musei è stato criticato non solo per l'erosione degli stipendi, ma anche per l'aumento dei carichi di lavoro.
Il sindacato ha sottolineato che le decisioni del Collegio Arbitrale hanno ulteriormente abbassato il tenore di vita dei dipendenti pubblici, affermando: "Questa decisione è frutto di una volontà che svaluta il lavoro. La legge sindacale n. 4688 è diventata obsoleta. L'unica strada per i dipendenti pubblici è una nuova legge sindacale con scioperi e contrattazione collettiva".
“NON ACCETTIAMO SALARI DI POVERTÀ”Il sindacato dei lavoratori culturali ha affermato che accordi salariali speciali sono essenziali per gli artisti e il personale tecnico che lavorano nelle istituzioni artistiche. La dichiarazione concludeva: "La nostra volontà non crescerà alla scrivania, ma sul posto di lavoro, sul palco, nei laboratori, dietro le quinte, attraverso la solidarietà, e crescerà nelle strade".
BirGün